Si può essere testimoni silenti di ciò che siamo e di ciò che non sappiamo di essere.
Dobbiamo cercare all'interno per trovare significati più profondi del nostro esistere di ora e del "dopo" .
Per vincere la mia tempesta interiore devo dipingere o scrivere e quindi raccontare, il passato può tornare presente nel mio quadro, così il tempo diventa vuoto..... si ferma e...... ricomincia, mentre mi ostino a dare un'anima a ciò che non la possiede più......
Donatella Calì
".........ed eccoci nella pittura di Donatella Calì, tesa e scavata, ma anche duttile e scorrevole. si nasconde dietro ombre per poi riapparire nella luce con una densità d'intuizione e di evocazione da dare una realtà in apparenza non reale.
Tutto nel "dentro" mentale e nel "dentro" del corpo dell'artista.
La pittura di Donatella Calì, va vista retrocedendo alla sua prima mostra (1994) nella galleria Consorti in via margutta, sito spesso propositivo. c'erano delle rappresentazioni pittoriche donne di altri tempi, spesso ferme davanti ad uno specchio o insieme ad altre donne, spogliate inermi, voci presenze, oltre ciò che si vede.
Chi scrive, allora per casualità di giro di mostre, entrato nella galleria, ha conservato per anni quella sottile comunicazione di turbamento. Oggi le scene che prima erano fatte di atmosfere d'altri tempi con colori tenui, diventano inquiete e i colori forti e contrastanti, le luci marcate i soggetti sono avvolti da atmosfere irreali, figure maschili e femminili si cercano, si amano, s'incontrano in città dove sembra che il tempo si sia fermato.
La pittrice è decisa nella figurazione che però è l'opposto del passatismo Lei anzi, tende a prefigurare, affacciandosi prepotentemente nell'arte oggi, effettua un capovolgimento delle avanguardie, portandosi nel futuro.
Che la pittrice potrebbe firmare stesure di colore come astrazione è evidente nelle asimmetrie e nei giochi di pennello dove i fondali si scompongono per poi ricomporsi. Ingrandire un frammento ed ecco un quadro astratto a firma Calì.
Brani di conversazione con l'artista riletture di sue poesie, aiutano a capire. Donatella annuncia entrando nel quadro un viaggio. Di andata? No. E' andata - ritorno, ripetibile costante esplorazione del vivere e dell'inconscio.
Con intelligenza attuale questo stato d'animo, coraggioso fino all'angoscia, è stato definito di pittura verso un'otre.
Il paesaggismo della Calì è umano architettonico, urbano con automobili, tram che sembrano possedere un'anima.
Conversando con l'artista, potrebbe portarci al termine di "destinazione" inteso come varco dentro l'uomo e oltre il nostro cerchio chiuso di conoscenza. Destino - Azione. Ma sono solo parole resta il fascino di questa pittura, avventurosamente navigante nella fantasia dei desideri umani........."
Giuseppe Selvaggi
Si può essere testimoni silenti di ciò che siamo e di ciò che non sappiamo di essere.
Dobbiamo cercare all'interno per trovare significati più profondi del nostro esistere di ora e del "dopo" .
Per vincere la mia tempesta interiore devo dipingere o scrivere e quindi raccontare, il passato può tornare presente nel mio quadro, così il tempo diventa vuoto..... si ferma e...... ricomincia, mentre mi ostino a dare un'anima a ciò che non la possiede più......
Donatella Calì
".........ed eccoci nella pittura di Donatella Calì, tesa e scavata, ma anche duttile e scorrevole. si nasconde dietro ombre per poi riapparire nella luce con una densità d'intuizione e di evocazione da dare una realtà in apparenza non reale.
Tutto nel "dentro" mentale e nel "dentro" del corpo dell'artista.
La pittura di Donatella Calì, va vista retrocedendo alla sua prima mostra (1994) nella galleria Consorti in via margutta, sito spesso propositivo. c'erano delle rappresentazioni pittoriche donne di altri tempi, spesso ferme davanti ad uno specchio o insieme ad altre donne, spogliate inermi, voci presenze, oltre ciò che si vede.
Chi scrive, allora per casualità di giro di mostre, entrato nella galleria, ha conservato per anni quella sottile comunicazione di turbamento. Oggi le scene che prima erano fatte di atmosfere d'altri tempi con colori tenui, diventano inquiete e i colori forti e contrastanti, le luci marcate i soggetti sono avvolti da atmosfere irreali, figure maschili e femminili si cercano, si amano, s'incontrano in città dove sembra che il tempo si sia fermato.
La pittrice è decisa nella figurazione che però è l'opposto del passatismo Lei anzi, tende a prefigurare, affacciandosi prepotentemente nell'arte oggi, effettua un capovolgimento delle avanguardie, portandosi nel futuro.
Che la pittrice potrebbe firmare stesure di colore come astrazione è evidente nelle asimmetrie e nei giochi di pennello dove i fondali si scompongono per poi ricomporsi. Ingrandire un frammento ed ecco un quadro astratto a firma Calì.
Brani di conversazione con l'artista riletture di sue poesie, aiutano a capire. Donatella annuncia entrando nel quadro un viaggio. Di andata? No. E' andata - ritorno, ripetibile costante esplorazione del vivere e dell'inconscio.
Con intelligenza attuale questo stato d'animo, coraggioso fino all'angoscia, è stato definito di pittura verso un'otre.
Il paesaggismo della Calì è umano architettonico, urbano con automobili, tram che sembrano possedere un'anima.
Conversando con l'artista, potrebbe portarci al termine di "destinazione" inteso come varco dentro l'uomo e oltre il nostro cerchio chiuso di conoscenza. Destino - Azione. Ma sono solo parole resta il fascino di questa pittura, avventurosamente navigante nella fantasia dei desideri umani........."
Giuseppe Selvaggi
".......Pittura della vita quella della Calì, intimista, intensamente bella, evidenziata da un colore rosso al femminile, dotato di un potere centripeto di attrazione, mentre l'altro, diurno, maschile, centrifugo, turbinoso come un sole che getta luce su tutte le cose con una potenza immensa irresistibile, l'artista passa dall'evasione al sogno creando un altro spazio e un'altro tempo in un altro cielo e in una nuova terra....."
Gennaro Coviello
Gennaro Coviello
"........Su presupposti di umana apprensione Donatella Calì costruisce mirabilmente la sua poetica figurativa sospesa fra passato e presente e futuro: il passato filtrato dai ricordi e dai sogni, il presente fuggevole, che tende a dileguarsi verso il non ancora del futuro, configurandosi efficacemente nelle figure che nascono dal nero cupo per apparire nel contrasto dei colori intrisi di luce, emozionando chi si avventura nella trama del quadro come fosse un film......"
Franco Veremondi
Franco Veremondi